Arte, cultura e tradizioni

La vita della Beata Elisabetta Sanna da Codrongianos

Elisabetta Sanna, colpita dal vaiolo ancora in fasce e rimasta vedova con cinque figli in tenera età, non perse mai la fede cristiana che la spinse a recarsi a Roma dove conobbe San Vincenzo Pallotti. Esempio di carità e oggetto di devozione, è stata beatificata nel 2016

Tra le figure della Sardegna settentrionale oggetto di devozione, Elisabetta Sanna Porcu è una delle più affascinanti e ammirevoli per la storia tormentata della quale fu protagonista. Nata a Codrongianosnel 1788 da contadini relativamente benestanti e con altri otto figli, contrasse il vaiolo a soli tre mesi e perse permanentemente il controllo delle braccia, conservando solo un minimo movimento dei polsi e delle mani. Elisabetta non era in grado di mangiare da sola, cambiarsi i vestiti o lavarsi, ma non cadde mai preda della disperazione trascorrendo la propria infanzia sotto gli insegnamenti della catechista Lucia Pinna.

Sposatasi a 19 anni con Antonio con il quale ebbe sette figli, vide morire suo marito solo pochi anni dopo, nel 1825, rimanendo vedova con i cinque pargoli sopravvissuti all’infanzia. La tragedia non affievolì la sua fede cristiana ma, anzi, la spinse a dedicarsi ancora di più alla preghiera e nel 1830 decise di recarsi in pellegrinaggio in Terrasanta. Costretta a fermarsi a Roma per motivi di salute, ebbe modo di conoscereSan Vincenzo Pallotti. Morì nell’Urbe nel 1857 e venne seppellita all'interno della chiesa di San Salvatore in Onda.

Nonostante la fine della sua esistenza terrena Elisabetta Sanna, o "Mama Sanna” come viene popolarmente chiamata, non è mai stata dimenticata dai fedeli e la sua devozione ha condotto alla beatificazione, autorizzata da Papa Francesco e presieduta dal cardinale Angelo Amato, il 17 settembre 2016, davanti alla Basilica di Saccargia

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